Storia
Ognuno di noi quando ha subito un evento drammatico e traumatico tenta di rimuoverlo nei più disparati modi, tra questi vi è quello di isolarsi e fuggire via da ciò che ha fatto più male.
I soldati come tutti, son fatti di carne, ossa, tendini ma soprattutto psiche, ed è per questo che anche “la Leggenda” non fa certo eccezione a quella che è una caratteristica umana che solo chi l’ha provata può davvero comprendere a fondo.
Il suo nome in codice “Solid Snake” di certo è ignoto ai più rispetto al Colonnello Campbell e ai servizi segreti degli U.S.A. che si sono serviti della sua abilità per abbattere un mostro di metallo ben sette anni prima denominato Metal Gear.
L’incubo della minaccia nucleare, i passi pesanti di quel veicolo bipede, allarmi, nascondigli sangue, dolore, sofferenza tutto ciò che ha vissuto in precedenza quest’uomo sta tentando di rimuoverla cercando di condurre una pacifica ed ignota esistenza nei meandri dell’Alaska.
Ma come una sorta di dazio, il passato torna a chiedere il conto e si manifesta appunto nella forma del sopracitato Colonnello accompagnato da mirini laser puntati sullo stravolto Snake.
L’intervento dell’ex soldato è fondamentale ed egli stesso, espressione fisica del concetto espresso poc’anzi, rammenta a Snake che non si può fuggire dal proprio passato per quanto lo si rinneghi, per quanto si corra veloce, prima o poi bisogna voltarsi ad affrontarlo.
A nulla serve rammentare in modo compiaciuto un soprannome che ha significato tutt’altro che gratificante o rappresentante qualunque valore/onore in battaglia “è solo un altro modo per chiamarmi assassino” ribadisce lo stesso Snake, ed anzi rappresenta un onere un peso, un’etichetta che lo ha segnato per sempre.
E manco a dirlo la minaccia terrorista è ancora in agguato, questa volta un Aereo Militare è stato dirottato dal gruppo di mercenari denominato Black Chamber con lo scopo di appropriarsi del contenuto del veivolo: il METAL GEAR GANDER.
Ed ecco che gli echi lontani divengono minacciosi ruggiti di un mostro che ha come sfondo la regione di Gindra nel cuore del continente africano un territorio che ospita una nuova roccaforte, sede del GLF (Gindra Liberation Front) che viene rinominata Outer Heaven.
Il Colonnello spiega che in Gindra vi è questo gruppo separatista capitanato dal Generale Augustine Eguabon che vuole l’indipendenza attuando la minaccia nucleare costituita dal Metal Gear.
L’atmosfera che permea dalle parole di Campbell diventa insostenibile ma lascia gradualmente spazio alla voglia di combattere che è celata nell’anima di Snake e che gli da l’occasione di riaffrontare il tutto con l’ottica dell’esperienza e della consapevolezza che ne consegue.
E’ arrivato il momento di voltarsi ed affrontare il proprio passato anche per Solid Snake l’uomo che come nessun’altro può affrontare una tale minaccia.
Guidato dallo stesso Campbell attraverso il ricevitore Codec con la possibilità di consultare altri esperti, “la Leggenda” si butta a capofitto in una “Solo Mission”, lanciandosi da un aereo ad alta quota per atterrare con il paracadute nel campo di battaglia.
Snake si trova a superare diversi ostacoli tra cui i vari membri della Black Chamber, gruppo di mercenari costituito da Washinghton per fare il lavoro sporco che è stato però tradito e decimato dagli U.S.A. stessi in una missione trappola.
Per questo motivo i sopravvissuti sono pieni di rancore e voglia di vendicarsi vedendo in Snake il simbolo del “peccato” nei loro confronti, il male da estirpare e purificare.
Guidati dal loro Leader dal nome in codice Black Arts Viper, ostacolano con le loro abilità il cammino di “redenzione” che porta allo scontro con il Metal Gear animato dal Generale.
Metal Gear: Ghost Babel, così denominato in Giappone per riprendere le iniziali del nome Game Boy, si svolge cronologicamente dopo il secondo capitolo della saga ovvero Metal Gear 2: Solid Snake ed in parallelo con il MGS datato 1998.
Pertanto si incontrano personaggi già visti su Playstation come Mei Ling per la prima volta e lo stesso Campbell (con la stessa frequenza Codec e le stesse funzioni) ed altri nuovi che fanno le veci di Meryl, Otacon, Miller, Natasha ecc.
Ghost Babel dunque si pone come un episodio alternativo a MGS ed una diramazione della saga che fino ad ora non ha avuto seguito.
Nonostante le somiglianze ed il parallelismo tra i due giochi, l’episodio portatile ha un’anima tutta sua, con momenti che vanno a toccare tutte le sfumature del sentimento umano e che si pone a metà tra gli stereotipi degli episodi MSX riconducibili ai cult del cinema d’azione come Commando, Rambo e 007 a quelli più moderni che ritroviamo anche in episodi della saga usciti successivamente in particolare MGS3 e MGS4, suscitando un senso di “nostalgica modernità”.
Ha dunque sia un sapore anni 80 tipico degli episodi bidimensionali sia moderno (laddove per moderno si intendono gli standard i fine anni 90) grazie ad una psicologia ed una costruzione dei dialoghi dei personaggi più approfondita paragonabile a quella del cugino MGS, rappresentati efficacemente da schermate semi animate visti i limiti della console portatile.