Nome completo di Leonid Ilyich Breznev. Diventa Segretario del partito comunista dell’Unione Sovietica dopo la caduta di Krusciov.
L’espulsione di Krusciov nel 1964 gli apre la strada per diventare Primo segretario del partito comunista. Ricopre il ruolo di capo assoluto dell’Unione Sovietica e forma un duumvirato con il premier Alexey Kosygin, per poi diventare Presidente del Soviet Supremo dal 1977 fino alla morte, avvenuta nel 1982. Sembra che Breznev abbia formato una rete allargata di contatti personali mentre era maggior generale dell’Armata Rossa e abbia stretto legami con la mafia di Dnipropetrovs’k e quella moldava, che si rivelano fondamentali nella sua successiva ascesa al potere. Sebbene sia fedele a Krusciov, il peggioramento delle condizioni economiche lo spinge a far cadere il suo predecessore a diventare il nuovo leader. In veste di Primo segretario del partito comunista, Breznev si dedica alla difesa del sistema socialisti: tenta di ristabilire la reputazione di Stalin, messa in discussione dalle critiche di Krusciov, e usa la forza militare del Patto di Varsavia per reprimere in Cecoslovacchia il movimento di liberalizzazione della “Primavera di Praga”. In politica estera, firma nel 1972 il Trattato sulla limitazione delle armi strategiche (SALT I) con gli Stati Uniti, inaugurando l’era della distensione. Al contempo, rafforza la presenza sovietica in Europa inviando truppe in Cecoslovacchia.
Durante l’Operazione Snake Eater del 1964, Breznev appoggia il colonnello Volgin del GRU e minaccia gli Stati Uniti con un possibile attacco nucleare.