Crisi scoppiata improvvisamente verso la metà di ottobre 1962 tra USA e URSS circa lo spiegamento di missili nucleari a Cuba.
Tutto ha inizio con una fotografia scattata da un aereo da ricognizione statunitense U-2 nei cieli di Cuba che mostra una base russa di missili balistici a medio raggio in costruzione.
Tenendo sotto controllo i piani di bombardamento aereo preparati dal Dipartimento della difesa e la linea dura della CIA, l’amministrazione del Presidente Kennedy rende pubblica l’esistenza della base missilistica, organizza un blocco marittimo e chiede all’Unione Sovietica di rimuovere i suoi missili. La richiesta avanzata da Kennedy viene rifiutata e quando alcune navi che trasportano missili si avvicinano a Cuba, le Nazioni Unite e i Paesi neutrali si danno da fare dietro le quinte per intavolare veloci negoziati tra USA e URSS. Lo stato di tensione continua quando un aereo da ricognizione U-2 statunitense viene abbattuto da un missile sovietico, ma il Segretario generale Krusciov accetta di smantellare e ritirare i missili da Cuba, scongiurando una guerra nucleare totale.
In un accordo segreto, in cambio dello smantellamento e del ritiro dei missili da Cuba, il Segretario generale Krusciov chiede il ritorno in Russia del progettista di armamenti Stepanovich Sokolov, che ha disertato negli USA. Per impedire una guerra nucleare totale, il Presidente Kennedy acconsente e Sokolov viene consegnato all’Unione Sovietica e scortato dal KGB fino all’impianto di progettazione OKB-754.