Big Boss e Che Guevara: il carisma dietro un uomo

a cura di "caliente" e "Ocelot96"

Scrivo questo articolo per parlarvi, come suggerisce il titolo, di due grandissimi personaggi carismatici: Big Boss e Che Guevara. Questo articolo più che concentrarsi su tutti i fatti specifici avvenuti nelle loro vite, si concentrerà sul parallelismo che li circonda. Però, per capire bene, sarà necessaria una piccola introduzione sulla vita del Che.

 

Che Guevara nasce in Argentina e all'età di 23 anni, poco prima di laurearsi in medicina, decide di partire con un suo amico: Alberto Granado. Con quest'ultimo fa un viaggio in moto e, mentre i due stanno attraversando l'America latina, la moto si rompe costringendoli a continuare il viaggio con altri mezzi. Tutta questa serie di eventi porta il Che a conoscere le realtà più povere del Sudamerica e ad avvicinarsi al comunismo. Una volta finito il viaggio, si rende conto di non essere più lo stesso uomo che è partito, e decide di dedicare la sua vita al popolo. Durante i suoi peregrinaggi giungerà in Guatemala, luogo in cui era in atto un tentativo di rivoluzione sociale. Sarà proprio lì che assisterà ad un colpo di stato attuato da Carlos Armas, politico guatemalteco appoggiato dal governo USA, e di conseguenza sostenuto dalla CIA. Questo è un momento chiave, perché il Che riconosce nell'imperialismo nordamericano il vero male che affligge il Sudamerica e decide così di dedicare tutta la sua vita a combattere questa piaga. Dopo essere stato imprigionato incontra Fidel Castro con il quale partecipa alla rivoluzione cubana. Tuttavia, in seguito, fra i due nasceranno dei conflitti che porteranno alla loro separazione: Castro voleva al suo fianco il Che per "sfruttare" il suo carisma e mantenere unità fra i rivoluzionari, Guevara, invece, voleva portare la rivoluzione nel resto del mondo. Il parallelismo che circonda il Che e Big boss è evidente: ambedue hanno riconosciuto il "vero" nemico in seguito ad un evento particolare (la "distruzione" della rivoluzione sociale del Guatemala con l'uso della forza per il primo, la morte di The boss per quanto riguarda il secondo). Anche se entrambi provavano un odio smisurato nei confronti del governo americano, sia Big boss che Guevara erano spaesati, confusi e privi di mezzi per agire nella loro lotta. Questo fin tanto che non incontreranno la persona in grado di sfogare il proprio odio. Il Che incontrerà infatti Castro, che lo sosterrà nella sua lotta, e Big boss, invece, conoscerà Kazuhira Miller, con il quale fonderà i Militaires Sans Frontiéres  (MSF). Big boss può essere visto come Che Guevara, Castro come Zero. Quest'ultimo, infatti, dopo la fondazione dei Patriots, aveva bisogno di un personaggio carismatico in grado di prendere la posizione di leader nella sua causa, proprio come Fidel necessitava del Che per mantenere unito il popolo cubano. Lo stesso rapporto si può usare sostituendo Zero con Master Miller, il quale sembra la vera mente dietro ai Diamond Dogs. È noto anche che tra i due (Big boss e Miller) avverrà una separazione: Kaz e il Boss prenderanno strade diverse a causa di alcune divergenze, tant'è vero che in "Metal Gear 2: Solid Snake", durante i disordini di Zanzibar Land, l'istruttore Master Miller si riferirà a Big Boss soprannominandolo "Mostro". 

 

Come se non bastasse, la società moderna ci dimostra che per avere successo e per essere un leader in grado di comandare non sia tanto importante ciò che si fa, quanto più il modo in cui una determinata azione viene svolta. Un politico, un manager, o comunque una qualsiasi altra persona di quell'ambito, pur non essendo "pieno" di contenuti, può ugualmente far presa sulle persone, riuscendo ad ottenere supporto attraverso una comunicazione efficiente. Sul campo di battaglia però (o comunque in una situazione critica in cui la sopravvivenza  è tutto), le cose funzionano in modo molto diverso. Durante un combattimento (o ancora meglio in una guerra), si viene giudicati solo per le azioni compiute, non tanto per il modo in cui una persona si pone o per la personalità di colui che si mette in gioco. Il concetto di leader è, di conseguenza, molto sfumato. Oserei dire rarefatto. Basti pensare a Castro (che, come già detto, in MGSV potrebbe essere rappresentare sia Zero che Miller). Lui ha una personalità dinamica, è abile a parlare e soprattutto è rassicurante per il morale delle truppe, dato il suo uso intelligente (ma talvolta anche sporco) della politica. Diversamente, il Che e Big Boss sono personaggi che non accettano compromessi. Sono uomini rispettati dai compagni d'armi per le loro azioni, non per il modo in cui hanno compiuto determinate gesta. Proprio per questo Zero ha bisogno di Big Boss, per la sua innata capacità di riuscire a tenere uniti i soldati.

 

Stranamente, il parallelismo fra questi due personaggi in Peace walker non è tenuto nascosto da Kojima, anzi, è molto evidente. L'idea iniziale del maestro, probabilmente, era di dare a Big Boss l'aria del dittatore folle, desideroso di creare un mondo in cui solo lui e i suoi soldati potessero stare bene come se fossero stati a casa: l'Outer Heaven. In seguito, però, ha probabilmente cambiato idea: ha cercato infatti di dare alla sua figura un certo "romanticismo", umanizzandolo e accostando il suo personaggio a quello del Che.
Questa scelta però ha fatto perdere credibilità in alcuni fatti accaduti nella saga, ma soprattutto nel personaggio stesso di Big Boss.  Possiamo solo sperare che nel corso di "The Phantom Pain", venga risolta l’incoerenza tra il Big Boss conosciuto da sempre come il folle dittatore di Outer Heaven e il più equilibrato Vic Boss guevariano. Perché questo accada, però, è necessario un abbandono del suo parallelismo con Guevara.

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