Norman Reedus, Non ho mai visto nulla di simile

In una intervista con B&H (che potrete ascoltare in podcast seguendo il link alla fine di questo articolo) l'attore statunitense ha raccontato qualcosa del suo lavoro su Death Stranding sotto la direzione di Hideo Kojima.

Sulla trama, Reedus ha mantenuto il più rigoroso riserbo, limitandosi a dichiarare: "Ho capito abbastanza del gioco, fino ad un certo punto si intende [...] anche se dovrei saperne di più dato che [riferendosi a Kojima] gli ho fatto un milione di domande".

Superata la prima insidiosa domanda, l'attore si è concentrato su aspetti più tecnici, dal motion capture in un videogame che ha il sapore di un film, fino al pensiero stesso alla base di Death Stranding: "Si tratta di qualcosa che farà impazzire, non è il solito 'uccidi tutti per vincere' è connettivo. Proprio l'estremo opposto. In anticipo sui tempi, all'interno ci sono elementi tipici dei social media e buona parte della cultura millennial dove si è da soli in una stanza, si perde il contatto fisico. La trama di DS va oltre questi elementi, oltre il ristabilimento dei contatti fisici".

Tornando al motion capture, le parole dell'attore non mascherano un certo entusiasmo: "E' super, super interessante. Quando ho conosciuto Kojima gli ho chiesto se i modelli 3D avrebbero interpretato me e invece mi è stato detto 'no, loro sono te' quindi mentre facevamo questo lavoro di capture mi chiedevano di essere semplicemente Norman. Insomma mi stavano tutti intorno e se per caso mi grattavo la testa in qualche modo strano loro mi chiedevano di rifarlo per poterlo immortalare. A fine giornata avevo paura di muovermi perchè temevo che se avessi continuato a farlo, loro avrebbero continuato a filmare".

Più significative ancora le ultime parole di Reedus che, sulla falsa riga di quanto già dichiarato da Guillermo Del Toro tempo fa, ha ammesso: "Farò tutto ciò che Kojima mi richiederà, quel tipo è un genio di tutt'altro livello"


Fonte: B&H Podcast


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Roberto "Otacon" Minasi
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Ha provato ad unirsi al circo all'età di 4 anni. Scartato perchè troppo qualificato si è rifugiato nei videogame passando dal SEGA Master System allo Snes al Game Boy per approdare infine al mondo PlayStation. Appassionato di MGS da quando aveva nove anni, adesso gioca a fare il giornalista con scarsi risultati. Dategli un caffè e vi solleverà il mondo.

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