Glixel, la rubrica di RollingStone.com dedicata ai videogiochi, ha avuto modo di intervistare Jordan Amaro, un designer ora in Nintendo che ha collaborato con Kojima Productions nel 2013 per rendere Metal Gear Solid V un titolo più fruibile dai giocatori occidentali: secondo la sua esperienza le case nipponiche fanno pochissimi confronti coi concorrenti, mentre i nostri sviluppatori prendono molto più spunto dai titoli giapponesi.
"Penso di aver sentito nominare un gioco occidentale forse una sola volta in tre anni di MGSV. Si lavorava su Ground Zeroes e la discussione riguardava l'anello della visuale del nemico - quando vieni visto, come si può esprimere l'essere visti da qualcuno che non è visibile a schermo? Se un nemico ti sta guardando dal lato o da dietro, come possiamo comunicarlo? Per quello è stato nominato Far Cry. Quando avviene una discussione, generalmente non si fa riferimento ai giochi di altri sviluppatori. Parli del tuo gioco, e solamente in contesti specifici. In Giappone l'orgoglio della propria opera è elevatissimo. Non senti quasi mai nominare un altro gioco, che sia giapponese oppure occidentale, durante una discussione sul design. È l'opposto dell'occidente. Quand'ero in Occidente sentivo parlare di altri giochi ogni settimana o adirittura ogni giorno." Amaro spiega inoltre che la creazione di un gioco occidentale, portando l'esempio di Kojima Productions L.A., si basa prima su storia, personaggi e ambientazioni, mentre il gameplay è visto come qualcosa di secondario; al contrario, un titolo giapponese parte dalle meccaniche di gioco per poi costruire attorno il resto della storia.
Fonte: Glixel
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