Come tutti sappiamo la saga di Metal Gear è subito diventata un oggetto di culto nell'ambito videoludico (nonostante sia diventata un fenomeno di massa solamente col terzo capitolo, Solid), lanciando Kojima nell'Olimpo dei Game Designer e in un certo senso oscurando le altre opere, precedenti e contemporanee, dello sviluppatore nipponico. Nonostante il burrascoso divorzio tra Konami e Kojima, probabilmente a causa delle questioni finanziarie e di tempistica sullo sviluppo di The Phantom Pain, l'ultimo "A Hideo Kojima" Metal Gear ha fatto raggiungere alla serie 49,2 milioni di copie vendute, di cui 8 milioni solamente nell'ultimo anno fiscale di Konami (concluso a marzo 2016, quindi a questo punto probabilmente superati). 

Un gran bel numero (anche se, attenzione, comprende tutti i titoli usciti, spin off e capitoli portatili inclusi) che indica, specialmente alla luce delle cifre dell'ultimo anno, che The Phantom Pain è riuscito a catalizzare l'attenzione dei videogiocatori nonostante le critiche di alcuni e la volontà di passare al più redditizio mercato del gioco d'azzardo che ha fatto infuriare i fan.