Novità sulle condizioni dei dipendenti Konami

Dopo le prime rivelazioni di Nikkei, le quali raccontavano di come i dipendenti di Konami vengano trattati come prigionieri dal loro datore di lavoro, alcuni di questi dipendenti hanno deciso di dire la loro a Kotaku. E la situazione continua a non essere delle migliori.

 

 

A detta dei lavoratori, nell'azienda ci sarebbero due divisioni di sorveglianza: l'Internal Audit Office (detto anche "Polizia Segreta" dai dipendenti), che ha il compito di controllare le comunicazioni, i video delle telecamere e gli spostamenti dei dipendenti, e il Monitoring Group, che si occupa dell'analisi dei filmati delle telecamere dell'intera struttura. Queste "squadre" possono anche accedere ai terminali di lavoro e controllare ciò che viene visualizzato al momento sullo schermo. Inoltre, all'ingresso delle zone di lavoro ci sono delle sentinelle a cui bisogna mostrare il proprio ID e motivare qualsiasi allontanamento dall'area, che se privi di una valida ragione o frequenti comportano un richiamo pubblico; un dipendente riceve un richiamo anche se non segue gli incontri giornalieri tra i dirigenti, trasmessi internamente. Nel caso in cui un dipende si stanchi di lavorare in Konami e si licenzi, l'azienda contatterà il futuro datore di lavoro per indicare i lati negativi del lavoratore, cosa che potrebbe anche comportare mancate assunzioni o licenziamenti.

 

 

Tornando a parlare strettamente del rapporto tra Konami e Kojima, secondo Peter Moore, COO di Electronic Arts, tale situazione si verifica spesso in Giappone, e visto che il ruolo di Kojima è troppo importante per l'azienda, le due parti dovrebbero mettere da parte le divergenze e trovare un accordo.


Fonte: Kotaku, Multiplayer.it


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