Sergio Pennacchini di Repubblica.it ha scritto un articolo su MGSV: Ground Zeroes dopo un tête-à-tête con Hideo Kojima. Prima di riportarvi alcune delle sue frasi ci tengo a sottolineare che questo articolo è scritto veramente bene e benché manchino alcuni tecnicismi e alcune informazioni sul comparto tecnico del gioco (di poco interesse per il pubblico segmento di Repubblica) risulta molto più informativo di tutti gli ultimi articoli che ho letto sui vari siti che trattano videogiochi. Vorrei virtualmente stringere la mano a Sergio Pennacchini per il suo buon articolo, che dimostra che il giornalismo è una professione che non si può improvvisare e che andrebbe perseguita secondo le regole dell'imparzialità, dell'obiettività e della precisione. Spesso il giornalismo è un atto di mediazione ed è carico di determinate responsabilità che vanno tenute in conto e benché l'atteggiamento critico non debba mai essere abbandonato, mi auguro che in futuro le grandi testate videoludiche smettano di scrivere articoli solo per concorrenzialità (nei riguardi delle altre testate) e che abbandonino la superficialità con cui certe informazioni vengono date (leggasi: che non facciano disinformazione).
Dopo questa lunga premessa posso riportarvi alcune frasi dell'articolo, mentre vi invito a leggerne la versione completa cliccando qui.
L'articolo è intitolato -Metal Gear V, la guerra non è un gioco. Kojima: "Racconto l'ingiustizia di Sacco e Vanzetti"-. Subito dal titolo trapela l'intenzione di Kojima di elevare il media videoludico a portavoce di messaggi morali coraggiosi, come del resto ha dichiarato recentemente.
"Nei videogame la guerra spesso è raccontata come un gioco, si spara a un nemico senza sapere perché, senza riflettere. Io cerco sempre di mandare un messaggio, di far vivere emozioni che escano dallo schermo e rimangano addosso".
"Qualsiasi guerra, da qualunque lato la si guardi, è ingiusta. La storia di Metal Gear Solid V parla di vendetta, di sacrificio, ma soprattutto d’ingiustizia". Sul televisore di fianco a noi scorrono le immagini del filmato introduttivo di Ground Zeroes. Sulle note di Here’s to you di Ennio Morricone, Snake, il protagonista della serie, deve infiltrarsi in una base segreta americana dove sono tenuti prigionieri due suoi compagni. "Ho scelto quella canzone di Morricone perché parla proprio d’ingiustizia, di due immigrati italiani a New York, Sacco e Vanzetti, mandati sulla sedia elettrica pur se innocenti", racconta Kojima. "In ogni guerra ci sono innocenti che muoiono e non vedo perché i videogame debbano astenersi dal raccontare anche il lato tragico di un conflitto".
Dopo queste parole di Kojima, l'articolo si sposta a descrivere il tocco cinematografico di GZ che anche se è a corto di filmati, non manca di pregiarsi di tecniche di regia ad ispirazione hollywoodiana.
La splendida scena introduttiva è un unico piano sequenza, senza tagli, con la telecamera che gira e rotea seguendo l’azione senza mai fermarsi. Una tecnica antica, di cui Orson Welles e Alfred Hitchcock erano maestri, che recentemente ha fatto vincere il premio Oscar per la migliore regia ad Alfonso Cuaron con Gravity. "Amo il cinema, in particolare tutti i lavori di Kubrick e Hitchcock, che per me sono sempre stati una grande fonte d’ispirazione. Nodo alla gola di Hitchcock era girato solo con piani sequenza, un’idea che mi ha sempre affascinato moltissimo. Ma il rapporto tra cinema e videogame sta cambiando", spiega Kojima. "Prima era a senso unico, noi guardavamo al cinema cercando di ricreare quell’impatto visivo, rubando tecniche. Ma oggi è anche Hollywood a ispirarsi a noi. Lo stesso Gravity ha diverse scene che ricordano molto certi videogame".
Più avanti l'articolo si spinge a parlare delle meccaniche di gioco e della tanto discussa longevità, specificando che difficilmente due partite a Ground Zeroes possono essere uguali. In particolare, affrontando questo tema, apprendiamo alcune nuove informazioni sulle Side Ops, assolute novità. Ve le riporto in grigio chiaro perché potenzialmente spoiler:
Quando avrete completato Ground Zeroes, potrete affrontare cinque missioni secondarie, tutte ambientate a Camp Omega. Alcune hanno quello stile folle tipico delle trovate di Kojima, come quello in cui bisogna liberare uno scienziato dal volto familiare o quella in cui bisogna affrontare di nuovo Psycho Mantis, vecchia conoscenza del primo Metal Gear Solid per PlayStation.
Infine su Twitter, Sergio Pennacchini ci dà qualche informazione in più:
- Non posso spoilerare molto, ma le 5 missioni extra sono molto divertenti, con dei classici tocchi alla Kojima.
- Ho appena visto Jackie di Konami compeltare MGSV. E' come vedere un altro gioco. Il ragazzo sembra il figlio illegittimo di Rambo e Terminator.
- Ascoltare i suoni e le conversazioni delle guardie può totalmente cambiare l'esito di una missione a volte.
- Amo far esplodere cose con il C4 senza finire in allerta.
- L'approccio alla Rambo proprio non funziona, bisogna essere un Serpente.
- Il finale di Ground Zeroes è veramente emotivo.
Fonte: Repubblica.it
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Commenti
Non vedo l'ora di giocare!!! Dai manca poco!
meno dodici ^.^