Il potere che ha la nazione sul patriota
Il patriota è colui che ama in modo incondizionato la propria nazione o stato-nazione e che agisce per la salvaguardia dei valori religiosi, culturali e sociali che rappresenta quest'ultima; convinto che essa sia portatrice di verità assoluta, la difende incondizionatamente da eventuali "attacchi culturali" provenienti da altre nazioni. Una mentalità chiusa, unita alla falsa convinzione che gli ideali della sua patria siano intoccabili, conferiscono ad un presidente di stato/dittatore/governatore un potere immenso sulla mente del patriota, in quanto "manifestazione materiale" dei valori della patria. Il termine patriota assume perciò un significato negativo se lo osserviamo da questo punto di vista perché impone, molte volte con la violenza, un pensiero a terzi e priva l'individuo della sua libertà di pensiero; alla luce di ciò possiamo sicuramente dire che Major Zero era un patriota e che le sue I.A. non servivano altro che alla preservazione e trasmissione della sua visione del mondo, del suo "patriottismo".
Il patriota come mezzo per il fine
I Militaires Sans Frontières (MSF) hanno una fede incondizionata verso il loro leader, Big Boss, e darebbero la vita per il loro piccolo stato-nazione che è la Mother Base¹; tutti i suoi soldati hanno in comune l'idea che essa sia portatrice di una nuova concezione della guerra (war economy) e, insieme al loro leader, cercano di imporla agli altri stati (soprattutto quelli deboli) sfruttando la loro necessità di essere protetti e mettendoli nella posizione di riconoscere la loro via come quella giusta da seguire.
Miller e Big Boss sono quindi due figure negative, che usano la guerra ed i soldati-patrioti (dalla mente influenzabile) per riempire e dare uno scopo alla loro altrimenti vuota vita.
Un mondo di pace non è quello che gli MSF desiderano e lo dimostra anche l'acquisizione di un ordigno atomico che, usato come deterrente, assicura agli MSF di mantenere la loro privilegiata posizione nell'economia bellica.
Il Patriota senza patria
In una registrazione, si ascolta Miller parlare della sua visione della guerra e di come egli ne sia stato profondamente influenzato: nato e cresciuto in un ambiente dove la bomba atomica, le armi e gli scontri a fuoco erano all'ordine del giorno, il ragazzo conduceva una vita di stenti e dubbi.
Senza un padre (un ufficiale americano che dopo la guerra era ritornato in patria) e con una madre cagionevole di salute, il ragazzo viveva un’esistenza incerta e tormentata trascorrendo le giornate per le polverose strade di Yokusuka a vendere sigarette ai soldati che stavano occupando "casa sua". Dopo qualche anno prese la decisione di partire per l' America, alla ricerca di quel padre che non aveva mai avuto, e forse anche di se stesso.
Il successivo ritorno in patria coincide con due fatti molto importanti: la morte della madre e la riscoperta delle sue origini. Libero da vincoli emotivi e dei dubbi che aveva avuto fino a quel momento, Miller entrò nelle Japan Self-Defense Forces non per patriottismo, non per un'ideologia, ma semplicemente perché non sapeva cos'altro fare della sua vita.
In un’ulteriore registrazione fra Big Boss ed il mercenario, quest'ultimo cita un importante scrittore giapponese, Yukio Mishima, e parla di come il suo suicidio gli abbia lasciato un’impronta importante. Per chi non conoscesse questo autore, vi basti sapere che è stato un uomo profondamento legato alla figura politico-divina dell'imperatore e per tutta la sua vita si mostrò contrario all'occidentalizzazione del Giappone; all'apice della carriera decise di togliersi la vita tramite seppuku (suicidio rituale che eseguivano i samurai) dopo aver tenuto un discorso sul balcone dell'ufficio del generale Mashita.
Molti critici sono d'accordo nel considerare il gesto di Mishima come quello di uomo timoroso di esser stato occidentalizzato e di aver perso le proprie radici; Miller, invece, lo ritiene l'ennesima prova di come il Giappone, ed in particolare il giapponese, abbia una natura passiva ed incline alla sottomissione: l'esercito invasore americano servito con totale accondiscendenza, il rifiuto di formare un esercito militare vero e proprio e, appunto, l'ultimo gesto di Mishima, hanno portato Miller a rifiutare non tanto la sua origine, quanto la sua patria. Non sorprende quindi che Kaz, attratto dai discorsi pseudoanarchici di Big Boss, abbia deciso di unirsi agli MSF considerando, insieme ai nuovi compagni, la Mother Base come la loro patria ideale.
¹ Si noti come il nome Mother Base richiami il sostantivo inglese "motherland" (madrepatria), termine usato spesso dai patrioti per indicare la propria nazione.
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