Le visual novel di Kojima: Snatcher & Policenauts

Hideo Kojima, un game designer che può ormai contare su circa 20 anni di esperienza alla spalle, tutti lo conoscono per la saga di Metal Gear Solid, molti meno per i meriti riguardo Zone Of The Enders e Bokotai. Se però andiamo a guardare meglio nel suo curriculum troviamo altri 2 titoli che potrebbero suscitare la vostra curiosità: parlo di Snatcher e Policenauts.

Questi 2 giochi appartengono al genere delle visual novel e se pensate di non conoscerli perché titoli di poco conto sappiate che non lo sono affatto, i motivi infatti sono ben altri, ma andiamo per ordine: in questo articolo andremo ad investigare il passato più oscuro del pluripremiato game designer e lo faremo proprio con due titoli che fanno dell’investigazione il loro fulcro.

Correva l’anno 1987 ed era uscito da poco il primo Metal Gear per MSX2, fu allora che cominciò lo sviluppo di Snatcher, il quale terminò nel 1988. Il gioco uscì per NEC PC-8801 ed MSX 2 e fu molto ispirato da vari film quali Blade Runner, Wicked City, Akira e The Terminator.

Successivamente nel 1992 uscì una versione per PC Engine chiamata Snatcher CD-ROMantic, che migliorava grafica e audio, aggiungeva il doppiaggio ai dialoghi più importanti e soprattutto concludeva la storia aggiungendo l’atto 3, che era stato precedentemente tagliato nelle prime versioni, interrompendo la storia sul più bello e lasciando i giocatori con l’amaro in bocca.

Snatcher riscosse un gran successo in Giappone per il suo brillante connubio tra esperienza interattiva e storia appassionante, per questo uscì anche un RPG che ripercorreva la storia del gioco e molti anni dopo un porting della visual novel per PlayStation  e Sega Saturn.

Per quanto riguarda invece il mercato occidentale il gioco ebbe invece un diverso destino: uscì nel 1994 come porting della versione CD-ROMantic per Sega CD con testo e dialoghi audio tradotti in inglese, ma con qualche lacuna rispetto all’originale, tra cui la parziale censura di scene con vari elementi splatter ed erotici.

Nonostante l’eccellente qualità fu un fallimento in quanto a vendite, a causa del supporto hardware su cui uscì, senza contare il fatto che il genere delle visual novel era estremamente di nicchia in Occidente.

Non mancarono comunque gli elogi dalla critica del tempo e il gioco riuscì a dar vita ad una buona fan base soprattutto in America, dove la lingua inglese del titolo è stata più favorevole che in Europa, la quale non ha avuto una versione tradotta nei suoi vari idiomi.

Per questo stesso motivo da noi è tutt’ora semi sconosciuto.

Il gioco inizia parlando di una calamità conosciuta come “La Catastrofe”: in Russia viene rilasciato in seguito ad un incidente un gas chiamato Lucifer-Alpha che era in sviluppo a Chernoton.

Questo gas uccide l’80% della popolazione Eurasiatica (che corrisponde a metà di quella mondiale) e rende l’area invivibile per parecchi anni.

L’avventura si ambienta cinquanta anni dopo, sull’isola artificiale di Neo Kobe City, dove da poco sono apparse delle  forme di vita artificiali chiamate Snatcher che hanno cominciato a rapire persone e sostituirsi a loro nella società, grazie alla possibilità di risultare all’apparenza identici alla persona rapita. Questo fatto ha allarmato le autorità, le quali hanno istituito un organizzazione chimata J.U.N.K.E.R volta a scovare e uccidere queste creature oltre ad indagare sulla faccenda.

Vestiremo i panni del nuovo arrivato: Gillian Seed.

Lui e sua moglie hanno perso la memoria a causa di un non precisato evento e sono ormai separati.

Non solo seguirete da vicino le indagini sugli Snatcher, ma vivrete il dramma di perdere il ricordo di chi si ama e di non avere memoria del passato.

Il gameplay può dividersi in due macro sezioni che si alternano frequentemente: una dove in modo piuttosto guidato dovrete indagare in un luogo sospetto per trovare indizi e far procedere la storia e l’altra decisamente più libera dove dovrete trovare indizi spostandovi a vostro piacimento da una location all’altra: parlando con le persone, analizzando l’ambiente circostante e risolvendo di tanto in tanto piccoli enigmi che sono appaganti nell’esecuzione, ma non spezzano il ritmo avvincente della narrazione.

I controlli di queste 2 sezioni non sono molto diversi da quelli visti nella serie Phoenix Wright/Ace Attorney: in pratica dobbiamo scegliere un opzione dal menù e Gillian compirà quell’azione. Si potrà parlare, cambiare schermata, usare l’autovettura per cambiare location, mostrare un oggetto raccolto ai vari npc, analizzare qualcosa e altro ancora.

Oltre a queste macro sezioni troviamo ogni tanto delle piccole sezioni sparattutto dove, restando fermi, dovremo liberare l’area dai nemici che appaiono su schermo, come fosse una versione arcaica dei classici laser games. Queste sezioni non sono usate solamente per dare un po’ di azione qua e là, ma certe volte saranno utilizzate in modo originale come una specie di quick time event: per esempio nel mezzo di una scena narrata può arrivare a sorpresa la schermata da sparatoria e dovremo colpire il nemico prima che lo faccia lui onde evitare il game over, rendendo il tutto molto adrenalinico e coinvolgente.

Altra possibilità è quella di chiamare i numeri di telefono ottenuti, dandovi la possibilità di approfondire il rapporto con l’ex moglie del protagonista, risolvere enigmi e altro, e riflettendoci bene l’idea è molto simile al codec di Metal Gear Solid.

Nel corso dell’avventura troverete esempi di metareferenzialità, caratteristica ormai famosa di Kojima, che anche qui non mancherà, insieme ad altri elementi a lui cari come la spiegazione dettagliata di fenomeni fantascientifici con linguaggio specifico ed una grande attenzione nei particolari (anche a costo di risultare prolisso). La storia comunque sarà alleggerita da scenette divertenti tra Gillian ed il Metal Gear Mark II, un robottino parlante che lo aiuterà nelle indagini e che vi sembrerà familiare se avete giocato Metal Gear Solid 4. Nonostante questa leggerezza in certi momenti potete aspettarvi una gran trama, decisamente profonda.

 

 

Passiamo ora alla sua visual novel successiva, Policenauts, uscita in Giappone nel 1994 per PC-9821 e successivamente portata su 3DO, PlayStation e Sega Saturn. Questa non venne mai tradotta e portata al di fuori dal Giappone e l’unico modo per giocarla in lingua inglese è applicare una patch con traduzione amatoriale al gioco in versione jap su Playstantion.

La storia comincia con un terribile incidente: Jonathan Ingram (il protagonista), faceva parte del gruppo dei Policenauts, agenti di polizia con tuta da astronauta assegnati alla prima colonia spaziale orbitante della terra: Beyond, quel giorno stava testando una nuova tuta spaziale quando per errore viene sbalzato nel cosmo. Creduto morto, 25 anni dopo si scopre che grazie al modulo di ibernazione della sua tuta è riuscito a sopravvivere e viene così riportato a casa. Il mondo era andato avanti, ma lui non era invecchiato a causa dell’ibernazione e quindi dimostrava l’età di 25 anni prima.

Dopo 3 anni si mette a dirigere un’agenzia privata di investigazione a Los Angeles quando il suo passato lo viene a tormentare: sua moglie Lorraine, che aveva vissuto su Beyond fino ad allora viene sulla terra per chiedergli aiuto, l’incontro è molto particolare visto che guardando i 2 insieme sembra più tra madre e figlio che tra due coniugi separati.

Lei vista la presunta morte del marito si era rifatta una vita: ha sposato un tale di nome Hojo. Questo tizio però è sparito misteriosamente e le autorità non hanno fatto progressi, cosicché la moglie non sapeva a chi rivolgersi se non all’ex marito, il quale rimane titubante sull’accettare o meno il lavoro.

A fargli cambiare idea sarà un fatto appena successivo: un misterioso killer in motocicletta uccide Lorraine davanti agli occhi di Jonathan e scompare nella notte.

Dopo questa intro comincia il suo viaggio verso Beyond per fare luce sull’assassinio della donna e la sparizione di suo marito.

La parte interattiva qui sarà molto più limitata rispetto a Snatcher; a parte qualche sezione da laser game ed un paio di minigiochi, sarà molto guidato e vi limiterete per la maggior parte dell’esperienza ad analizzare cose e parlare con i personaggi, quindi non avrete gli enigmi, la libertà di movimento e la possibilità di chiamare numeri di telefono che Snatcher offriva.

Per questo motivo, Policenauts è una visual novel quasi del tutto pura, come quelle che escono soltanto in Giappone dove l’interazione rasenta lo zero.

La magia di Policenauts sta nel mondo di gioco, qui caratterizzato in maniera maniacale: entrerete a poco a poco nella società di Beyond, così vicina alla Terra, eppure così unica e affascinante, ogni elemento fantascientifico sarà descritto in modo verosimile e dettagliato e questo sarà molto importante nel coinvolgimento del videogiocatore.

La prima metà del gioco servirà per assaporare questo mondo, investigare segretamente, scoprire a poco a poco gli ottimi personaggi nella loro quotidianità e non; la seconda metà invece è più simile ad un film di azione, con il numero di sparatorie e sezioni adrenaliniche aumentati, e pian piano vi aprirete la strada verso la verità, guidati da una storia coinvolgente ed una colonna sonora sempre all’altezza.

Dopo questi due titoli Kojima ha fossilizzato i suoi sforzi quasi unicamente sulla saga di Metal Gear Solid con risultati certamente eccellenti, ma tutt’ora, vedendo queste due perle del passato, viene spontaneo domandarsi cosa potrebbe fare se si dedicasse ad un nuovo universo narrativo con i mezzi e l’esperienza di cui dispone adesso.

Pensando a questo l’attenzione cade sul misterioso video di Phantom Pain, che potrebbe essere il concretizzarsi di queste fantasie, oppure (com'è probabile che sia) l’ennesimo video riferito alla saga di Snake.

Chissà se un giorno farà uscire veramente questo nuovo gioco, intanto possiamo solo fantasticare e goderci queste due avventure.

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