Dal Tokyo Comic Con l'attore danese torna a parlare di Death Stranding. In una intervista concessa a IGN Japan.
Mikkelsen ribadisce un concetto già espresso a Febbraio e cioè che il suo personaggio non sarà un villain nel senso classico del termine: "Nei videogame di Kojima ogni personaggio ha una doppia anima; non c'è nulla che possa essere associato ad un personaggio puramente buono o malvagio" sintetizza Mikkelsen "in queste opere non sempre tutto è bianco o nero come accade in alcuni film, ma bisogna passare per diverse sfumature di grigio, [In Death Stranding] i personaggi verranno affrontati in modi diversi in momenti diversi"
Un percorso evolutivo se vogliamo, percorso che l'attore descrive come: "Una sfida, bisogna consocere bene certi personaggi per raggiungere alcuni obiettivi. Si tratta di una curva di apprendimento; una curva lungo la quale i personaggi saranno ora un ostacolo, ora un aiuto."
L'intervista si è poi spostata su termini più generali, Mikkelsen ha spiegato cosa lo abbia attratto del progetto: "Kojima è l'Einstein dei Videogame (in un'altra occasione lo aveva paragonato a Kasparov, nda) tutti lo conoscono. Mio figlio si è amozionato molto quando ha saputo che avrei lavorato con lui."
Ancora ammirazione nei confronti del lavoro del game director: "Sa esattamente cosa fare, così diventa facile lavorare con lui, ha già tutto in testa".
L'attore danese si è infine sbottonato sul tipo di gioco che sarà Death Stranding: "Non posso dire molto, ma posso anticiparvi che sarà 'labirintico' e, anche se non ne capisco molto di videogiochi, siamo di fronte a qualcosa mai visto prima, qualcosa completamente fuori dal nostro mondo".
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