Kojimagate, la verità di Julien Merceron

Dopo il divorzio divenuto ufficiale esattamente una settimana fa si torna a parlare del caso Kojima vs. Konami. A tenere banco in queste ore sono le dichiarazioni dell'ex direttore tecnico di Konami Julien Merceron che ha esposto la sua versione dei fatti durante una conferenza tenutasi al Citè des Sciences et de l'industrie a Parigi.

 

 

"Se c'è qualcosa che The Phantom Pain ci ha insegnato è che bisogna credere in Kojima", secondo Merceron Konami non ha avuto fiducia nel designer di Tokyo, contrariamente al team di sviluppo che ha seguito Hideo in un'avventura durata molti anni.

 

Ed è proprio il lungo tempo necessario alla realizzazione di TPP il pomo della discordia: "Non era possibile sapere se l'investimento in termini di tempo e denaro sarebbe stato ripagato e questo ha portato ai primi dissapori" che a marzo sono culminati nel declassamento di Hideo al rango di dipendente a contratto, sorte toccata poi anche a tutto il suo team.

 

 

Una mossa che non ha scoraggiato il creatore della saga, la notizia di un possibile licenziamento di Kojima ha raggiunto le orecchie di Merceron subito dopo il GDC di San Francisco. Una volta tornato a Tokyo, Merceron è stato contattato dallo stesso Kojima che ha spiegato a lui e a tutto il suo team "Non preoccupatevi, daremo tutto ciò che abbiamo da dare per questo gioco, poi si vedrà".

 

 

Il risultato è stato sotto gli occhi di tutti: un titolo che secondo i primi dati forniti ad ottobre è costato alla software house nipponica 80 milioni di dollari spalmati nei 5 anni necessari allo sviluppo ma che ne ha incassati quasi il doppio al Day One (con buona pace di chi polemizza su eventuali confronti tra questo risultato e quello raggiunto da famosi blockbuster cinematografici).

 

 

In molti all'interno del team si auguravano un risultato del genere, sperando di poter tornare a lavorare su un nuovo capitolo della saga e, contestualmente, in un ripensamento di Konami che, però, ha comunque provveduto alla chiusura degli uffici di Los Angeles a novembre e alla definitiva scissione del contratto con Kojima a dicembre

 

 

"Avrei voluto continuare a lavorare con Hideo per molti anni sempre a Konami, ma dati gli sviluppi della vicenda ho abbandonato la compagnia a settembre" un segno di devozione nei confronti di Kojima che lo aveva assunto nel 2013 per lo svilupo del Fox Engine e che si è risolto ieri con il passaggio di Merceron a Bandai Namco.

 

 

Per concludere, riferendosi alla rediviva Kojima Productions: "Sono sicuro che vedremo un gioco bellissimo, spero di tornare a lavorare con lui in futuro".

 


Fonte: Dual Shockers, Forbes


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