Unità delle forze armate statunitensi che svolge attività di counseling per la salute mentale dei soldati. Ogni unità è formata da circa 20 tra dottori e consulenti dell'esercito.
I soldati che combattono in prima linea sono sottoposti a un notevole stress e durante la Prima guerra mondiale, molti soldati in servizio nelle trincee sottoposte a pesanti bombardamenti soffrivano di una nevrosi denominata "psicosi traumatica".
Con il riposo, molti soldati affetti da stress da combattimento riescono a guarire, ma il 10% non riesce a tornare a combattere. Stando ai dati, inoltre, quasi tutti i combattenti impegnati in azioni continue per più di 2 mesi soffriranno di qualche disordine mentale. In prima linea si fa largo uso di alcool e narcotici proprio per combattere questo stress.
Nelle guerra moderne, quindi, è di fondamentale importanza la prevenzione dello stress dei soldati e la riduzione dell'esaurimento nervoso. Il GSC tenta di risolvere questi problemi.
Ai soldati, il GSC fornisce counseling pre-sortita volto a limitare i danni psicologici mettendo in atto meccanismi di blocco emotivo, inoltre aiuta i soldati rientrati dalla guerra riprendere una vita normale. Dopo che il soldato torna a casa, si tiene un debriefing che serve non per valutare la missione, ma per stabilizzare la salute mentale del soldato aiutandolo a considerare l'esperienza vissuta da un altro punto di vista.
Il counseling con applicazione del blocco emotivo mira a insegnare (con lavaggio del cervello) ai soldati a ridurre i sensi di colpa prodotti da azioni in combattimento, quali lo sparare per uccidere, per evitare disordini emotivi. Con il counseling per riprendere la vita normale, i soldati rimuovono il risultato del lavaggio del cervello per sublimare i sensi d colpa per la guerra e ristabilire il buonsenso comune. I due tipi di interventi vanno di pari passo e non vengono mai attuati separatamente.