Campi di concentramento siberiani

A partire dall’era imperiale russa precedente alla rivoluzione russa, l’unione sovietica apre più di 500 campi di concentramento disseminati in tutto il paese nei quali fa rinchiudere decine di milioni di persone. I prigionieri politici e categorie simili vengono trasferiti soprattutto in Siberia ed è qui che, dopo la seconda guerra mondiale, confluiscono e sono costretti ai lavori forzati i prigionieri di guerra delle potenze dell’asse Ungheria, Romania, Bulgaria, Finlandia, Giappone e Germania. Il numero di prigionieri si aggira sui 2 milioni o più. Gran parte del territorio siberiano è ricoperto da zone boschive e da estese zone di permafrost; in alcune parti si hanno precipitazioni nevose anche ad agosto e nelle regioni fredde la temperatura scende al di sotto dei -70°.

Sito web sviluppato da Luca Osti
Grafica realizzata da Omar Sabry